
01 Jun Il fattore “C” nella fotografia – prima parte
Il fattore “C” nella fotografia
Il “Fattore C” nella fotografia è solitamente indicato per descrivere un’immagine sostanzialmente creata con l’aiuto del caso
L’accadimento è molto più frequente di quanto si possa immaginare e il “fattore C” non è mai dequalificante, tutto al più può aver costituito un importante componente.
La pura casualità in uno scatto può ripetersi, ma non sempre è così immediatamente riconoscibile e poi difficilmente è ammessa dal fotografo.
Nella pratica sono molte le possibilità che una foto derivi o possa essere stata fortemente influenzata da accadimenti imponderabili.
Quantunque siano frutto di combinazione di elementi e di letture inconsce presenti e radicate nell’intimo di chi la scatta.
Di norma nel reportage il fotografo fa una lettura di scene oggettive, ma che spesso si associano ad occasionalità legate al mutevole.
Trovarsi in un dato momento in un certo posto, con la giusta carica, mentre succede o non succede qualcosa.
Anche osservare o prevedere un avvenimento o una semplice azione ripetuta, scegliendo tempi, punto di ripresa, ottica e diaframma, vedono irrompere con prepotenza una componente casuale.
Per non parlare dei casi inebrianti, di quelli che generano quella certa ipnosi creativa che porta ad abbandonare ogni regola.
Il fattore C nella Street Photography
Nello “street” capita che il riconoscimento immediato di una scena lungamente sperata, magari già vista in riproduzioni di affermati autori, possa consentire di realizzare foto idealizzate, cercate lungamente nel tempo.
Quasi mai però il risultato è scontato e ripetibile, perché difficilmente si andrà a creare una copia identica di uno scatto famoso.
Nello scatto ci sarà sempre qualcosa di casuale, diverso, personale.
L’immagine non banale e comunque degna di attenzione può nascere anche in foto di studio se fortemente influenzate dallo stato d’animo temporaneo di chi fotografa e/o della modella.
La condizione psicofisica di chi è in campo talvolta induce occasionalmente a originalità sperimentali e imprevedibili che illuminano e aprono nuovi orizzonti creativi.
Nel reportage o nelle foto d’azione, poi, talvolta l’intuizione di un’idea, è costituita da un insieme di elementi leggibili che inducono a immaginare ciò che corrisponderà di lì a poco.
Altre volte dei piccoli e voluti artefatti aiutano a creare qualcosa che si allontana dal reale, ma difficilmente potrà dirsi che una foto è stata completamente costruita.
Vi saranno sempre elementi fortuiti imponderabili, combinati o collegati, non ultimo l’intuizione legata allo stesso momento di scatto.
Le tecnica per influenza il fattore C
Con le attrezzature moderne, spesso si punta su scelte tecniche e possibili opzioni non sempre governabili, in parte anche casuali se legate al settaggio semiautomatico della macchina fotografica in uso, all’angolo di ripresa, al valore di ISO selezionato a monte e quant’altro.
Concentrarsi nel cercare di catturare un’azione impone peraltro e sempre più alla rinuncia di operare in “manuale”, puntando molto, con ciò, nella fortuna.
Accade anche nelle foto di paesaggio, quando eventi atmosferici molto mutabili innovano continuamente particolari e temperature del colore, squarci nel nuvolo generano ombre improvvise e imprevedibili o fugaci coni di luce.
Quante volte ci si trova anche in balia delle bizzarrie del vento che spinge le vele all’estremo, e magari d’improvviso si creano forme stranissime che restano fissate in una foto unica.
continua