Guida alla fotografia di Still life – terza parte

Morbidezza della luce
La luce che illumina il set può essere dura oppure morbida, a seconda della sua intensità, ma anche della grandezza della fonte luminosa. In commercio esistono molti accessori in grado di mutare l’incidenza della luce sul soggetto ritratto. Nello specifico sono:

Luce diretta o concentrata
La luce diretta è prodotta da una lampada priva di filtri. È consuetudine concentrarla con l’uso di parabole di alluminio o con lenti fresnel. La lente di fresnel produce un fascio di luce che si può focheggiare e quindi circoscrivere alla zona del set che si vuole illuminare.
Un faro spot produce un fascio di luce assai concentrato. Può addirittura proiettare forme, immagini, o un’ombra nitida che descriva perfettamente la silhouette del soggetto sul fondo.
Le parabole o i riflettori riducono l’ampiezza del fascio luminoso e consentono di illuminare zone più o meno ampie, a seconda della loro grandezza.
Comunque, la luce diretta delle parabole è sempre da evitare, poiché produce ombre troppo nette; è quindi sempre meglio diffondere leggermente il fascio luminoso con gelatine frost.
La luce diretta mette in risalto forme, rilievi e texture del soggetto, ma crea ombre nette e a volte fastidiosi riflessi.

Luce diffusa o indiretta
La luce diffusa si può ottenere in due modi:

  • illuminando il soggetto con la luce riflessa da una superficie opaca, magari bianca,
  • filtrando con una superficie traslucida il fascio di luce.

Esistono teli e pannelli diffusori appositi. Molto utili sono le gelatine frost, che a seconda della gradazione hanno un effetto di diffusione più o meno marcato.
I fotografi professionisti si rivolgono solitamente agli ombrelli o alle softbox per creare questo tipo di luce. È molto amata perché produce ombre morbide, descrive bene i soggetti, illumina uniformemente, satura i colori, minimizza la texture, crea riflessi gradevoli.
Proprio perché questa luce è adatta alla maggior parte delle situazioni nella fotografia still life, essa è diventata, insieme alla luce avvolgente dei Cubelite, la ciambella di salvataggio per tutti coloro che non sanno che tipo d’illuminazione utilizzare.
È vero che l’illuminazione prodotta da una softbox non è quasi mai sbagliata, ma se non la usi con criterio produce immagini banali.

Luce di schiarita o riempimento
La fotografia still life pubblicitaria deve descrivere bene l’oggetto fotografato, è quindi importante avere un’illuminazione che non lasci alcune parti del soggetto troppo scure o troppo chiare.
Decisa la fonte di luce principale, le ombre prodotte dalle altre luci devono essere eliminate o rese impercettibili e morbide, come quelle che si vedono in una giornata di sole stando all’aperto ma all’ombra.
Il compito della luce di schiarita è proprio quello di abbassare il contrasto, di rendere visibili i dettagli anche nelle ombre. Per questo scopo si possono utilizzare sia luci diffuse, sia pannelli riflettenti, sia specchi.
Come pannelli di schiarita possono essere utilizzati sia i pannelli di polistirolo espanso, sia gli appositi riflettori per uso fotografico di telo bianco o metallico, sia cartoncini ricoperti di carta stagnola.
Ovviamente, ciascun tipo di superficie produrrà un riflesso dalle caratteristiche diverse in termini di intensità, diffusione e colore della luce.

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